Tabulati

Di Enrico, 7 Novembre 2002

Questa novità farà piacere a un sacco di Ragazzi Morti musicisti sparsi per l’Italia: grazie all’impegno e alla buona volontà di Nuke esiste un sito con gli accordi, i tabulati e i testi delle canzoni dei Tre Allegri. La cosa incredibile è che c’è veramente tutta la discografia, traccia per traccia, con una simpatica grafica naïf.

L’indirizzo è: http://tarm.gasta.org/

Non andate via senza aver firmato il guest book!
Grazie Nuke e in bocca al lupo per la tua laurea.

Link

Di Enrico, 1 Novembre 2002

Se siete arrivati fino a qui vi consiglio di fare un giro nella sezione link curata dal Señor Tonto, lo speciale su Halloween è ricchissimo di spaventose sorprese!

… e non dimenticate di

Di Senor Tonto, 1 Novembre 2002

… e non dimenticate di visitar il sito della chat #tarm curato dalla fantabillosa Nirak (c’è anche una board, per chi ne sentisse la mancanza)!

Incantesimo

Di Senor Tonto, 28 Ottobre 2002

Senor Tonto vi getta un incantesimo … in occasione della festa delle zucche vi stordisco con una razione speciale di links halloweenari … BOOO!!

[scrivimi if you dare!] [tonto-blog]

Some classic horror candies

Monsters gone funny!!!

Jack-o-lanterns or calaveras?

Scary web cartoons

Zombie Music For Zombie People: A Spooky Playlist

Ugly Make-Up Mission

Mostri in cucina

Le Origini

Di Enrico, 28 Ottobre 2002

Giovedì 31 ottobre, in corrispondenza di Halloween, sarà in tutti i negozi il nuovo cd di Tre Allegri Ragazzi Morti. L’uscita si chiama Le Origini e contiene i primi tre dischi del gruppo, registrati rispettivamente nel 1994, 1995 e 1996, usciti a suo tempo solo su cassetta e venduti ai concerti. Un disco antologico quindi, ma con registrazioni e canzoni finora inedite.
Inizierà a girare nelle televisioni musicali il videoclip di Hollywood come Roma e a presentarlo su Rete A il 31 stesso, verso le 18:00 saremo io (Enrico) e Luca. Probabilmente in studio ci saranno anche Andrea Bruschi, l’attore protagonista del video, e Lorenzo Vignolo, il regista. Sarà disponibile anche la versione in doppio vinile di Le Origini, solo per i primi trecento che lo ordineranno su www.treallegriragazzimorti.it o che lo cercheranno al tradizionale banchetto ai concerti.

Nel frattempo la discografia ufficiale della band cresce:

MONDO NAIF – 1994
Autoprodotto (MC)

ALLEGRO POGO MORTO – 1995
Autoprodotto (MC)
Ripubblicato in CD da Vitaminic nel 2000

SI PARTE – 1996
Autoprodotto (MC)

PICCOLO INTERVENTO A VIVO, LIVE – 1997
Aspirine Records
Ora disponibile su BMG Ricordi (CD)

MOSTRI E NORMALI – 1999
BMG Ricordi (CD e MC)

IL PRINCIPE IN BICICLETTA EP – 2000
La Tempesta (CD)

LA TESTA INDIPENDENTE – 2001
La Tempesta (CD)

LE ORIGINI – 2002
La Tempesta (CD e 2LP)

R’n’r

Senor Tonto

Di Senor Tonto, 23 Ottobre 2002

Hollywood come Roma

Di Eltofo, 23 Ottobre 2002

Preparatevi a cercare nelle varie tv musicali italiane il video di Hollywood come Roma tratto da Le Origini, il nuovo disco di Tre Allegri Ragazzi Morti in uscita il 31 ottobre.
La regia è di Lorenzo Vignolo, uno dei nuovi video-maker più apprezzati (Delta V, Articolo 31, Meganoidi).
Interpreti del video sono: Andrea Bruschi (attore di Demonium e 500!) e EL SENOR TONTO (che nel video inventa il nuovo ballo denominato DO THE TONTO).
… il video racconta l’ispirazione di un pittore, che vive con un maggiordomo, appunto Senor Tonto. L’ispirazione si concretizza nella realizzazione di un grande ritratto di Pier Paolo Pasolini. Ricorda nella fotografia e nell’ambientazione i films di Morrissey Trash e Flesh.
Il video, girato a Trieste nella oramai celeberrima ‘Casa Cavana’ durante una visionaria giornata, sarà in rotazione dal 31 ottobre.

Pordenone, 4 maggio 2001

Di Eltofo, 7 Ottobre 2002

Pordenone, 4 maggio 2001

Domattina parto per Bologna. Questo é il secondo appuntamento che il Sig. Pasolini mi ha dato. Viaggerò in treno perché mi permette di scrivere e pensare. Ho incontrato la prima volta il sig. Pasolini a Pordenone in una stanza dell’Albergo Santin, vicino alla ferrovia e alla fiera , e ho svolto la prima intervista. Ricorda in modo impressionante PierPaolo Pasolini, soprattutto nella voce. L’aspetto é quello di un uomo giovane, ma potrebbe anche non essere così giovane. Era vestito alla moda degli anni ’60, giacca scura, camicia chiara, cravatta sottile e pantaloni a sigaro. Mi ha chiesto di filmare le interviste e questo mi imbarazza un po’, ma per lui lo faccio. Non conosco ancora il motivo di questa richiesta, forse lo scoprirò più avanti. L’incontro é fissato per martedì 7 maggio. Porto con me poche cose. Alcuni suoi libri. ‘Caos’ e ‘Il sogno del centauro’ ho nello zaino assieme alla telecamera e due tacquini. Gli altri li prenderò nei luoghi dove vorrà incontrarmi. Sono un po’ imbarazzato perché un intervista é anche il metro di misura dell’ intelligenza dell’ intervistatore e non vorrei scoprirmi impreparato,…come dire, più stupido di quanto mi credo. Ho in testa le risposte pedagogiche e programmate che il sig. Pasolini ha dato alle mie prime, forse banali domande. Ma soprattutto ho in testa il suono della sua voce. Faccio un respiro forte e parto per il secondo appuntamento.

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ROMA , 10 MAGGIO 2002

Ho incontrato il sig. Pasolini al Parco del Triunvirato a Bologna. Un luogo adatto alla procedura con la quale mi ha chiesto di fare le interviste. Vuole che registri tutto con una telecamera digitale e per questo motivo, posizionare il cavalletto, non attirare troppi curiosi e tutto il resto, ha scelto un parco per il nostro incontro. Mi ha spedito un e-mail per comunicarmi luogo e orario dell’ appuntamento così ora ho la sua che é rimasta attaccata alla lettera. [email protected] , questo é l’indirizzo del sig.Pasolini….se voglio posso contattarlo anch’io, forse… Prima dell’ incontro ho fatto un giro per vedere la scuola di Pasolin i, il Liceo Galvani, e la libreria dove comperò i suoi primi libri, la libreria Nanni, sotto il portico della morte. Bologna é bella , come sempre anche sotto la pioggia che cade. Ho aspettato che i ragazzi del liceo uscissero per vedere i loro vestiti e le loro facce. Il sig. Pasolini mi ha parlato dei suoi amori letterari, di suo padre e della dannazione del piccolo borghese. Il nastro contiene tutte le parole. Mi ci vorrà qualche giorno per sbobinarlo ma avrò tempo. Da qualche giorno sono a Roma e aspetto che il sig. Pasolini mi comunichi il luogo del terzo appuntamento.

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ROMA , 11MAGGIO 2002

Non ho ancora avuto notizie dal sig. Pasolini sul luogo della nostra prossima intervista. Intanto sono a Roma e ne approfitto per capire di più e per cercare. Ho affittato uno scooter e sono andato alla ricerca di alcuni luoghi legati a Pasolini. Via Fanfulla da Lodi, la via dove i ragazzi di Accattone si trovavano al bar. Ci sono andato, ho bevuto un caffè al bar sport. La via è misera, come nessuna li vicino. Le sedie le stesse dove i giovani di Accattone indolenti, ingannavano il tempo sfidandosi ai tuffi. Due volte sono passato su quella strada. Una verso mezzogiorno. Giovani muratori albanesi consumavano la pausa pranzo con un panino, sporchi di calce e cemento. La moglie di uno di loro porta un bambino a prendere un gelato. I ragazzi in pausa sorridono. Al bambino parlano in italiano, fra di loro in albanese. I nuovi abitanti della via sono extra comunitari. Alcuni albanesi, altri africani. Ci sono poi tornato il pomeriggio. Il bar era pieno di uomini e anziani, romani, li per fare quello che hanno sempre fatto. ingannare il tempo e parlare delle loro fantasie più infantili. Col tono della sfida, delle periferie di tutto il pianeta. Avrei voluto essere più spietato nella mia ricerca invece quello è un posto dove la gente vive e non me la sono sentita di accendere la telecamera per documentare le loro esistenze. Mi sembrava di essere tornato dove sono nato, a Pordenone, nel quartiere popolare dello stadio. Sulla Appia Antica, poco lontano da San Giovanni, si apre uno spazio grande, un parco che ha il nome di Caffarella. Li Pasolini ha girato “la ricotta”. L’ area è suggestiva e ti porta in pochi metri ad una sensazione di primitiva lontananza rurale. Dolci collinette con pecore, cavalli e alberi bellissimi, canneti e prati verdi come fosse aperta campagna ma siamo dentro la città. Qui i romani vengono a correre. Offrono lo spettacolo dei loro corpi affaticati senza paura di sembrare vulnerabili. Ho meno paura di documentare con la telecamera. Forse sono solo un codardo. Vengo attratto dalla gran varietà di animali e piante. La gente invece mi sembra tutta omogenea. Corridori, amanti della natura, bambini con i nonni ne ricchi ne poveri. Filmo una vanessa del cardo, una bellissima lucertola campestre che ho soprannominato Chaplin, per la sua naturalezza davanti alla telecamera. Anche il parco ha i sui extra counitari. Sono una colonia di pappagalli verdi, penso australiani, che vivono e si riproducono liberi. Penso sia arrivato il momento del mio incontro. Questa la lettera:

> Da:
> Data: 12/05/2002/ 09:27
> A:
> Oggetto:essere vivi o essere morti è la stessa cosa.
> OSTIA.
il sig.Pasolini mi vuole a Ostia. Ci vado ora.

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Napoli, 13 maggio 2002

ieri ho incontrato il sig. Pasolini per la terza volta. Lo scooter mi ha portato fino ad Ostia. la Cristoforo Colombo attraversa l’EUR continua nella via del mare e capisci che Roma ha quel colore perchè é una città di mare. Il sig. Pasolini mi aspetta ad Ostia. Senza neanche pensare vado dritto verso una parola: idroscalo. Il lungomare di Ostia finisce li, in una strada stretta appunto via dell’ idroscalo. La strada è veramente stretta e la mia attenzione la uso per tenermi a distanza dalle auto che passano. Ma il mio occhio cerca una scultura bianca, che ho visto in molte foto e che è li a ricordare quel 2 novembre del 1975 dove l’ esistenza di Pier Paolo Pasolini è arrivata alla fine nel modo più tragico. Una collinetta di sabbia copre la visuale su uno spiazzo recintato con rete di metallo. Dentro c’è la statua. E’ li che Pierpaolo Pasolini è stato trovato. Rovesciato con la faccia a terra.” Sembrava immondezza” ha dichiarato la donna che per prima ha visto il cadavere. Fermo lo scooter, cercando di non farmi investire e scendo. Vorrei superare la rete per andare più vicino ma resto li, a guardare. Un cagnolino esce dalla rimessa di auto sul mio lato della stradina per abbaiare e difendere la sua proprietà. Um uomo robusto intima al cane.- lascialo sta’, entra e nullo disturba!- Il suo modo per dirmi che ha capito perchè sono in quel posto così prosaico ma così sacro. Chissà quante persone ha visto fermarsi per lo stesso motivo. Poco più avanti la strada finisce e si apre in uno slargo. L’ ultima fermata del bus e un bar. Una famiglia di pittbull , madre e quattro cuccioli curiosi si avvicinano al mio scooter appena spento. Il mare si rompe contro i frangiflutti artificiali e dietro si intravedono i cantieri delle navi da diporto che li vicino vengono costruite. Guardo il mare e mi spingo nei miei pensieri. Ho quasi dimenticato che sono qui per l’intervista. Il sig. Pasolini è dietro di me, lo sento, mi giro e vedo la sua faccia. Senza occhiali questa volta. La somiglianza è sempre impressionante ma ogni volta che lo incontro è una sorpresa. Oggi sembra più veccchio dell’ altra volta. Ma la voce è la cosa più sorprendente. Decide il posto e cominciamo l’intervista.

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Napoli 14/05/2002

Le interviste che il sig. Pasolini mi ha rilasciato sono piene di concetti e per capire meglio quello che vuole dire vorrei riuscire ad ordinare le frasi, perchè sono sicuro che quello che mi dice è gia stato detto o scritto da Pier Paolo Pasolini, da qualche altra parte. Una bibliografia di ciò che mi dice, di questo avrei bisogno. Ma io non sono un ‘esperto’ di Pasolini. Sono solo un uomo che si è spinto in una ricerca. Mi veniva da scrivere perso in una ricerca. Comunque, quello di cui ho bisogno è un vero esperto che poossa sezionare i discorsi del mio Pasolini e riordinarli per data e provenienza. Penso di sapere chi potrebbe aiutarmi. Si chiama Francesca fa l’insegnante di italiano negli Stati Uniti. Ha la mia età ed è partita da Pordenone anni fa in nome di Pasolini. Prima a Parigi poi negli Stati Uniti appunto. Le spiego che sto seguendo un sig. Pasolini che ho scovato in rete. Anzi che mi ha trovato in rete. Che quest’ uomo, o artista o pazzo che sia ricorda l’aspetto fisico e soprattutto la voce del poeta, che sto seguendo le indicazioni che da lui ricevo via e-mail per realizzare un intervista, che mi sta facendo girare per tutta l’ Italia e che ho bisogno di una ‘esperta’ per ordinare quello che mi dice. le mando subito la trascrittura delle tre interviste che mi fino ad ora il sig. pasolini mi ha concesso (quella a Pordenone, quella al parco a Bologna e quella sul litorale di Ostria) e Francesca capisce tutto subito. Non mi lascerà da solo nel mio viaggio. Ero a Napoli che spettavo l’ indicazione per il nuovo appuntamento e mi è arrivata la e-mail che segue e che giro subito a Francesca. Lei di sicuro mi puo’ aiutare ad individuare il luogo del perossimo incontro.

>Da:
>Data: 17/05/2002/ 13:27
>A:
>Oggetto: …e che cos’è la realtà?
>Io (Pasolini). Che cos’è il cinema?
>Franco Citti. Il cinema è il cinema.
>Io (Pasolini). E che così? la realtà?
>Franco Citti. Quella che esiste solo nei puri.
>Io (Pasolini). E tutto il resto che cosè?.
>Franco Citti. E’ ingiustizia.
>Io (Pasolini). il cinema rappresenta sempre la realtà?
>Franco Citti. Io penso che rappresenti, in generale, l’ingiustizia. perchè i
registi puri sono pochi.
>Io (Pasolini).Tu in quale realtà vivi? nella realtà che è nel cuore dei puri
o nella realtà che è ingiustizia ( e che Elsa Moreante ed io chiamiamo
“irrealtà”)?
>Franco Citti. Io vivo nella realtà che è nel cuore dei puri, ma sono anche
costretto a vivere nell’ ingiustizia.
Francesca risponde:
– Niente di più facile caro Davide
Il tuo sig: Pasolini ti vuole sull’ Etna (o meglio, come lui lo chiamava sul
deserto dell’ Etna).
Questo dialogo che ti ha spedito é tratto da “CAOS” la raccolta degli articoli
apparsi su “il tempo” fra il ’68 e il ’70. Si intitola “Dialoghetti sul cinema
e sul teatro” ed è ambientato proprio sulle pendici del vulcano, durante le
riprese del film “Porcile”.
Non ti resta che prendere un traghetto da Napoli, dove ora sei, e andare in
Sicilia.
tua Fran –
Controllo meglio la lettera che porta in testa una data e un ora:
17/05/2002/ 13:27
Questo sarà il giorno del mio incontro, questa l’ora.
non mi resta che arrivare sull’ Etna.

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Pordenone 26 giugno 2002

Qualcosa di nuovo è successo oggi. Il sig. Pasolini ha lasciato un messaggio sul proprio sito, dopo un mese di silenzio. Dopo l’incontro avuto con lui sul lato sud del vulcano Etna, sopra Trecastagni, avevo perso le sue tracce e per questo avevo smesso di scrivere . Sono rimasto a Fleri, sopra Catania per qualche settimana in attesa di una sua nuova chiamata che non arriv?. Il mio pensiero é volato oggi a tutto cio’ che mi ha raccontato in quei cinque incontri che sommariamente ho descritto nelle precedenti comunicazioni. Ma non ho ancora capito che cosa il sig. Pasolini realmente vuole da me. Ho avuto anche la netta sensazione che non l’avrei più rivisto. Che prima o poi un telegiornale locale avrebbe riportato la tragica notizia di un uomo senza identità trovato morto da qualche parte. E a quel punto io, unico depositario della parola avrei capito finalmente che questa non era che una richiesta d’aiuto che non sono riuscito a raccogliere. Il sig.Pasolini é vivo e oggi me l’ha dimostrato lasciando un messaggio proprio nel suo sito. http://www.geocities.com/sig_pasolini Le parole che trovate accanto alle sue foto (finalmente potrete capire che non era una mia fantasia; il sig. Pasolini esiste) non portano indicazioni bibliografiche ma sono sicuro sono gia state dette dal poeta. Come del resto quasi tutte quelle che il sig. Pasolini mi ha regalato nelle sue precedenti interviste. E’ attraverso questo sito che l’ho incontrato per la prima volta. Le foto nelle quali lo riconosco di più la 01 e la 05. Le altre mi aiutano a capire chi era il sig. Pasolini prima del nostro incontro.

“Intervista a Pasolini”

Di Eltofo, 18 Febbraio 2002

“Intervista a Pasolini” è una cosa nuova.
Alan Moore, l’autore di fumetti che ha scritto “From Hell”, ha affermato che il solo modo per scrivere di storia è attraverso la fiction. Non so se ha proprio detto queste precise parole, ma da qualche giorno me le ripeto e le ripeto ad altri e mi sembrano sempre più vere. Penso sia questo che sto cercando di fare con “Intervista a Pasolini”. Cerco di mettere in gioco il pensiero del poeta, la sua biografia, la sua bibliografia, le sue parole e le testimonianze da lui lasciate nelle interviste giornalistiche e televisive cercando modi e forme per rendere tutto questo letteratura, non saggistica. Praticamente un romanzo a fumetti.
E insisto a vivere tutto sul filo dell’esperienza personale, spingendo l’autobiografia, l’autorappresentazione fino a descrivere il viaggio per la realizzazione dell’opera e a cercare di viverlo prima di scriverlo. Nessun distacco, tutto in una contemporaneità che farà del mio libro, in fondo, un diario. Questo modo di affrontare il lavoro, non questo che vado a comunicare, ma tutti i miei fumetti precedenti a questo, l’ha intuito per primo Igort. Mi aveva suggerito di reimmaginare tutto cio’ che avevo scritto e disegnato in vita mia come un diario, come il documento di un artista, senza soluzione di continuità. Forse oggi prendo coscienza di questo suo suggerimento per superarlo. Il diario ha bisogno di essere scritto, percio’ ha bisogno di una vita da raccontare. Questo io cerco. Cosi’ sono andato a Casarsa della Delizia (un ossimoro, il primo) a visitare la casa che fu di Pasolini, comperata dalla Provincia di Pordenone e RISTRUTTURATA.
Penso che ci sia stato anche qui una guerra fatta di parole. La casa è stata appunto RISTRUTTURATA, ma forse avrebbe dovuto essere RESTAURATA. La ristrutturazione ha cancellato il documento che avrebbe potuto essere questa casetta di quattro stanze e due piani regalandoci una modesta casa piccolo-borghese anni ’80, ma la cordiale disponibilità del bibliotecario Marco e la coscienza della fasulla ristrutturazione cresciuta ormai in tutto il paese di Casarsa, mi hanno fatto vivere quella visita comunque con un prolungato brivido di commozione. Marco mi ha poi mostrato custoditi in biblioteca, i manoscritti del poeta. Le prime stesure delle poesie a Casarsa, scritte con calligrafia nervosa e impaginate con perizia a modo di menabo’ per la stampa: frontespizio, dedica, e ora le poesie, in una prima stesura, poi rimaneggiata e abiurata, come sarà per sempre. Mi sono iscritto alla biblioteca e ho preso in prestito tre libri. “Atti impuri e Amado Mio”, “Pasolini su Pasolini” , un intervista di una giornalista irlandese a Pasolini rilasciata nel 1969 e “La meglio gioventù di Pasolini” di Giuseppe Mariuz, un documento sui ricordi del Friuli negli anni della guerra.. Sono tornato a casa per leggere e mi sono a occorto subito che non stavo bene. Mi sembra quasi di essere inseguito da un fantasma. O forse è una orribile realtà. Comunque per la prima volta, in vita mia ho desiderato con tutto me stesso di non essere a Pordenone, di non essere a casa mia. Vado da Marcella a Trieste, con Enrico e gli studenti. Quattro giorni di distacco da quasi tutto. Per leggere i libri che ho preso in biblioteca e per scappare da quella cosa che mi sembra mi stia cercando.
Preparo tutto e vado a Trieste dimenticando clamorosamente i libri sul tavolo della cucina. A Trieste Marcella ha un libro di Pasolini in casa. Come tutti gli studenti ignorantelli. Si intitola “Le belle bandiere”. Me lo faccio. Ma io sono venuto a Trieste per Pasolini e per sentire la voce di Lilla. Voglio dirle che sto partendo per un viaggio che s’intitola “Intervista a Pasolini”. Lei mi puo aiutare. Ho provato a spiegarle cio che voglio fare. Lei ha capito quello che voleva e ha cominciato a rovistare nei suoi ricordi come una mano in una borsetta e ha tirato fuori, in ordine sparso frammenti di una foto strappata e da ricomporre di un Pasolini disilluso, tormentato da una pulsione erotica bruciante, lo stesso che avevo intravisto in una intervista fatta poco prima che morisse. Su una spiaggia che poteva essere Grado o Ladispoli. Ho provato a sbirciare nella sua borsetta per veder se ci trovavo anche il Pasolini più sorridente, rivoluzionario e marxista, mi sarei accontentato anche di uno romano, non cervavo quello bucolico del periodo del rifugio friulano, ma lei me lo ricacciava indietro dicendomi che il Pasolini che lei sta ricomponendo è il Pasolini da ricordare e perché Pasolini per tutta la vita ha riletto tutto, abiurato rinnegato e riscritto tutto. Ma cos’ è la coscienza di un autore, il suo autocontrollo la propria rilettura, contro la folgorazione dell’ispirazione? avete gia capito la
risposta che io daro’. Ho continuto a ribadire il concetto che una passione per la vita, per la scrittura cosi’ totale è stata mossa da un dolore enorme. E il motivo del suo dolore io penso di conoscerlo. E’ per questo che voglio questo libro. E’ un dolore profondo contro la sofferenza del mondo. Per un uomo che ascolta questa sofferenza è lancinante e non trova ragione se non in una razzionalizzazione robusta, in una presa di coscienza. Ma quello che puo’ uscire da una bocca sulla quale riconosco questa smorfia, cio’ che viene fuori è un canto. Lieve e straziato. La poesia.
A Lilla non penso piacerebbe questa mia visione cosi’ sentimentale, … ci fosse un altro termine meno scemo. Atroce è un aggettivo che Pasolini usava moltissimo. Atroce è vivere in un
mondo di passaggio, per la prima volta. Si puo’ solo sbagliare. Comunque la parola chiave che Lilla mia ha regalato è BATTICUORE. Quello che provi verso le cose belle. Verso le persone che desideri, quello che ti viene quando incontri uno sguardo. E cosa ti puo’ ancora dare BATTICUORE? Un linguaggio apparentemente monco come il fumetto puo’ dare spazio a nuove bellezze, quelle davanti alle quali trasali, e hai un batticuore come lo chiamava il sig. Pasolini. Insomma un Batticuore sto cercando. Un luogo della battaglia e del piacere e penso che questo libro potrà essere questo. E se il mio libro non diventerà un capolavoro assoluto, verrà comunque ricordato come una cosa nuova.
Lilla mi ha detto che verrà bello perché lo faccio io. Verrà bello perché sarà un romanzo a fumetti come non ne ho mai fatti e potra’ fare a meno di fare i conti con 3000 anni di storia delle letteratura. Più novecentescamente potra’ fare i conti con poco più di cento anni di scrittura. E percio’ le vene tremano meno e lo sforzo mi sembrerà possibile. “Intervista a Pasolini” è una cosa nuova.

Qualche mese fa

Di Eltofo, 27 Dicembre 2001

Qualche mese fa Enrico, dovendo sostenere un esame per il suo corso di laurea in ‘Scienze della comunicazione’ presso la facolta’ di lettere a Trieste, venne a contatto con un poeta che lavoro’ con il cinema. Pier Paolo Pasolini.
Io ed Enrico siamo legati da una parola, un ossimoro precisamente : TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI (come i fratelli siamesi ma a differenza di loro noi siamo in tre…e se il nome deriva dal fatto che i due erano originari del Siam, potremo noi tre chiamarci con il neologismo, fratelli friulani…o pedemontani…o pordenonesi) e cosi’ che la comunicazione fra noi non avvine solo attraverso le parole ed Enrico mi viene a dire con le parole e anche con altro che, dentro Pasolini c’e’ qualcosa che lui riconosce mio.
Ma di Pasolini conosco poco, anzi, quasi niente. Che cosa mi vuole dire Enrico?
E cosi’ e’ che mi sono imbarcato nel viaggio che mi vede ora sulla strada della realizzazione di
un qual’cosa. Il progetto ha un nome: “Intervista a Pasolini”.
Perche’ questo e’ il mio modo di conoscere, e voi gia lo sapete. Disegnare.
Le cose ti chiamano ogni tanto. Non vorrei sembrare sciocco ma a me succede cosi’.
Entro in libreria e mi faccio chiamare dai libri. Quando compero i disci va di solito peggio
e spesso compro cose non entusiasmanti, ma con i libri ho piu’ sintonia.
Se stai sveglio con questa parola chiave in testa, Pasolini, senti che e’ un nome fortemente presente …tanto per cambiare la settimana dell’ “illuminazione” (perche’ cosi’ io descrivo la scintilla che porta alla scrittura) nella mia radio preferita, Radio 3, hanno realizzato un documentario di 5 giornate sui ‘luoghi pasoliniani’ con documenti registrati della gente che l’ha conosciuto. Comunque il suo fantasma si muove ancora nella cultura occidentale. Dentro le case degli studenti per esempio, giovani e pronti ad ascoltare. Pronti a riconoscere maestri (e quanto piaceva insegnare a Pasolini!). La voce del poeta arriva, magari attraverso i suoi film…e questo mi e’ capitato. Vado a casa di Enrico, a Trieste, dove vivono come gatti randagi alcuni ‘studenti modello’, non perche’ siano particolarmente diligenti, quanto perche’ sembrano dei “modelli” di “studente fuorisede” (e non vorrei sembrare offensivo). Comunque raccontavo che, in questa casa, fra una playstation e un aperitivo, la voce di Pasolini esce ancora dalla bocca di Orson Welles con il suono di quella di Giorgio Bassani, in perfetto sincrono, per pronunciare parole chiave, come broghesia, orrore, poesia…contestazione. Vado a dormire con queste parole nella testa, ascoltate in un intervista televisiva disponibile sulla raccolta video pubblicata da Einaudi “Paolini racconta Pasolini”: “Un autore e’ sempre una contestazione vivente, contro lo stato, contro l’istituzione, contro il senso comune”…Enrico mi ha aperto una porta e io ci sono entrato.