Pordenone, 4 maggio 2001

Di Eltofo, 7 Ottobre 2002

Pordenone, 4 maggio 2001

Domattina parto per Bologna. Questo é il secondo appuntamento che il Sig. Pasolini mi ha dato. Viaggerò in treno perché mi permette di scrivere e pensare. Ho incontrato la prima volta il sig. Pasolini a Pordenone in una stanza dell’Albergo Santin, vicino alla ferrovia e alla fiera , e ho svolto la prima intervista. Ricorda in modo impressionante PierPaolo Pasolini, soprattutto nella voce. L’aspetto é quello di un uomo giovane, ma potrebbe anche non essere così giovane. Era vestito alla moda degli anni ’60, giacca scura, camicia chiara, cravatta sottile e pantaloni a sigaro. Mi ha chiesto di filmare le interviste e questo mi imbarazza un po’, ma per lui lo faccio. Non conosco ancora il motivo di questa richiesta, forse lo scoprirò più avanti. L’incontro é fissato per martedì 7 maggio. Porto con me poche cose. Alcuni suoi libri. ‘Caos’ e ‘Il sogno del centauro’ ho nello zaino assieme alla telecamera e due tacquini. Gli altri li prenderò nei luoghi dove vorrà incontrarmi. Sono un po’ imbarazzato perché un intervista é anche il metro di misura dell’ intelligenza dell’ intervistatore e non vorrei scoprirmi impreparato,…come dire, più stupido di quanto mi credo. Ho in testa le risposte pedagogiche e programmate che il sig. Pasolini ha dato alle mie prime, forse banali domande. Ma soprattutto ho in testa il suono della sua voce. Faccio un respiro forte e parto per il secondo appuntamento.

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ROMA , 10 MAGGIO 2002

Ho incontrato il sig. Pasolini al Parco del Triunvirato a Bologna. Un luogo adatto alla procedura con la quale mi ha chiesto di fare le interviste. Vuole che registri tutto con una telecamera digitale e per questo motivo, posizionare il cavalletto, non attirare troppi curiosi e tutto il resto, ha scelto un parco per il nostro incontro. Mi ha spedito un e-mail per comunicarmi luogo e orario dell’ appuntamento così ora ho la sua che é rimasta attaccata alla lettera. [email protected] , questo é l’indirizzo del sig.Pasolini….se voglio posso contattarlo anch’io, forse… Prima dell’ incontro ho fatto un giro per vedere la scuola di Pasolin i, il Liceo Galvani, e la libreria dove comperò i suoi primi libri, la libreria Nanni, sotto il portico della morte. Bologna é bella , come sempre anche sotto la pioggia che cade. Ho aspettato che i ragazzi del liceo uscissero per vedere i loro vestiti e le loro facce. Il sig. Pasolini mi ha parlato dei suoi amori letterari, di suo padre e della dannazione del piccolo borghese. Il nastro contiene tutte le parole. Mi ci vorrà qualche giorno per sbobinarlo ma avrò tempo. Da qualche giorno sono a Roma e aspetto che il sig. Pasolini mi comunichi il luogo del terzo appuntamento.

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ROMA , 11MAGGIO 2002

Non ho ancora avuto notizie dal sig. Pasolini sul luogo della nostra prossima intervista. Intanto sono a Roma e ne approfitto per capire di più e per cercare. Ho affittato uno scooter e sono andato alla ricerca di alcuni luoghi legati a Pasolini. Via Fanfulla da Lodi, la via dove i ragazzi di Accattone si trovavano al bar. Ci sono andato, ho bevuto un caffè al bar sport. La via è misera, come nessuna li vicino. Le sedie le stesse dove i giovani di Accattone indolenti, ingannavano il tempo sfidandosi ai tuffi. Due volte sono passato su quella strada. Una verso mezzogiorno. Giovani muratori albanesi consumavano la pausa pranzo con un panino, sporchi di calce e cemento. La moglie di uno di loro porta un bambino a prendere un gelato. I ragazzi in pausa sorridono. Al bambino parlano in italiano, fra di loro in albanese. I nuovi abitanti della via sono extra comunitari. Alcuni albanesi, altri africani. Ci sono poi tornato il pomeriggio. Il bar era pieno di uomini e anziani, romani, li per fare quello che hanno sempre fatto. ingannare il tempo e parlare delle loro fantasie più infantili. Col tono della sfida, delle periferie di tutto il pianeta. Avrei voluto essere più spietato nella mia ricerca invece quello è un posto dove la gente vive e non me la sono sentita di accendere la telecamera per documentare le loro esistenze. Mi sembrava di essere tornato dove sono nato, a Pordenone, nel quartiere popolare dello stadio. Sulla Appia Antica, poco lontano da San Giovanni, si apre uno spazio grande, un parco che ha il nome di Caffarella. Li Pasolini ha girato “la ricotta”. L’ area è suggestiva e ti porta in pochi metri ad una sensazione di primitiva lontananza rurale. Dolci collinette con pecore, cavalli e alberi bellissimi, canneti e prati verdi come fosse aperta campagna ma siamo dentro la città. Qui i romani vengono a correre. Offrono lo spettacolo dei loro corpi affaticati senza paura di sembrare vulnerabili. Ho meno paura di documentare con la telecamera. Forse sono solo un codardo. Vengo attratto dalla gran varietà di animali e piante. La gente invece mi sembra tutta omogenea. Corridori, amanti della natura, bambini con i nonni ne ricchi ne poveri. Filmo una vanessa del cardo, una bellissima lucertola campestre che ho soprannominato Chaplin, per la sua naturalezza davanti alla telecamera. Anche il parco ha i sui extra counitari. Sono una colonia di pappagalli verdi, penso australiani, che vivono e si riproducono liberi. Penso sia arrivato il momento del mio incontro. Questa la lettera:

> Da:
> Data: 12/05/2002/ 09:27
> A:
> Oggetto:essere vivi o essere morti è la stessa cosa.
> OSTIA.
il sig.Pasolini mi vuole a Ostia. Ci vado ora.

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Napoli, 13 maggio 2002

ieri ho incontrato il sig. Pasolini per la terza volta. Lo scooter mi ha portato fino ad Ostia. la Cristoforo Colombo attraversa l’EUR continua nella via del mare e capisci che Roma ha quel colore perchè é una città di mare. Il sig. Pasolini mi aspetta ad Ostia. Senza neanche pensare vado dritto verso una parola: idroscalo. Il lungomare di Ostia finisce li, in una strada stretta appunto via dell’ idroscalo. La strada è veramente stretta e la mia attenzione la uso per tenermi a distanza dalle auto che passano. Ma il mio occhio cerca una scultura bianca, che ho visto in molte foto e che è li a ricordare quel 2 novembre del 1975 dove l’ esistenza di Pier Paolo Pasolini è arrivata alla fine nel modo più tragico. Una collinetta di sabbia copre la visuale su uno spiazzo recintato con rete di metallo. Dentro c’è la statua. E’ li che Pierpaolo Pasolini è stato trovato. Rovesciato con la faccia a terra.” Sembrava immondezza” ha dichiarato la donna che per prima ha visto il cadavere. Fermo lo scooter, cercando di non farmi investire e scendo. Vorrei superare la rete per andare più vicino ma resto li, a guardare. Un cagnolino esce dalla rimessa di auto sul mio lato della stradina per abbaiare e difendere la sua proprietà. Um uomo robusto intima al cane.- lascialo sta’, entra e nullo disturba!- Il suo modo per dirmi che ha capito perchè sono in quel posto così prosaico ma così sacro. Chissà quante persone ha visto fermarsi per lo stesso motivo. Poco più avanti la strada finisce e si apre in uno slargo. L’ ultima fermata del bus e un bar. Una famiglia di pittbull , madre e quattro cuccioli curiosi si avvicinano al mio scooter appena spento. Il mare si rompe contro i frangiflutti artificiali e dietro si intravedono i cantieri delle navi da diporto che li vicino vengono costruite. Guardo il mare e mi spingo nei miei pensieri. Ho quasi dimenticato che sono qui per l’intervista. Il sig. Pasolini è dietro di me, lo sento, mi giro e vedo la sua faccia. Senza occhiali questa volta. La somiglianza è sempre impressionante ma ogni volta che lo incontro è una sorpresa. Oggi sembra più veccchio dell’ altra volta. Ma la voce è la cosa più sorprendente. Decide il posto e cominciamo l’intervista.

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Napoli 14/05/2002

Le interviste che il sig. Pasolini mi ha rilasciato sono piene di concetti e per capire meglio quello che vuole dire vorrei riuscire ad ordinare le frasi, perchè sono sicuro che quello che mi dice è gia stato detto o scritto da Pier Paolo Pasolini, da qualche altra parte. Una bibliografia di ciò che mi dice, di questo avrei bisogno. Ma io non sono un ‘esperto’ di Pasolini. Sono solo un uomo che si è spinto in una ricerca. Mi veniva da scrivere perso in una ricerca. Comunque, quello di cui ho bisogno è un vero esperto che poossa sezionare i discorsi del mio Pasolini e riordinarli per data e provenienza. Penso di sapere chi potrebbe aiutarmi. Si chiama Francesca fa l’insegnante di italiano negli Stati Uniti. Ha la mia età ed è partita da Pordenone anni fa in nome di Pasolini. Prima a Parigi poi negli Stati Uniti appunto. Le spiego che sto seguendo un sig. Pasolini che ho scovato in rete. Anzi che mi ha trovato in rete. Che quest’ uomo, o artista o pazzo che sia ricorda l’aspetto fisico e soprattutto la voce del poeta, che sto seguendo le indicazioni che da lui ricevo via e-mail per realizzare un intervista, che mi sta facendo girare per tutta l’ Italia e che ho bisogno di una ‘esperta’ per ordinare quello che mi dice. le mando subito la trascrittura delle tre interviste che mi fino ad ora il sig. pasolini mi ha concesso (quella a Pordenone, quella al parco a Bologna e quella sul litorale di Ostria) e Francesca capisce tutto subito. Non mi lascerà da solo nel mio viaggio. Ero a Napoli che spettavo l’ indicazione per il nuovo appuntamento e mi è arrivata la e-mail che segue e che giro subito a Francesca. Lei di sicuro mi puo’ aiutare ad individuare il luogo del perossimo incontro.

>Da:
>Data: 17/05/2002/ 13:27
>A:
>Oggetto: …e che cos’è la realtà?
>Io (Pasolini). Che cos’è il cinema?
>Franco Citti. Il cinema è il cinema.
>Io (Pasolini). E che così? la realtà?
>Franco Citti. Quella che esiste solo nei puri.
>Io (Pasolini). E tutto il resto che cosè?.
>Franco Citti. E’ ingiustizia.
>Io (Pasolini). il cinema rappresenta sempre la realtà?
>Franco Citti. Io penso che rappresenti, in generale, l’ingiustizia. perchè i
registi puri sono pochi.
>Io (Pasolini).Tu in quale realtà vivi? nella realtà che è nel cuore dei puri
o nella realtà che è ingiustizia ( e che Elsa Moreante ed io chiamiamo
“irrealtà”)?
>Franco Citti. Io vivo nella realtà che è nel cuore dei puri, ma sono anche
costretto a vivere nell’ ingiustizia.
Francesca risponde:
– Niente di più facile caro Davide
Il tuo sig: Pasolini ti vuole sull’ Etna (o meglio, come lui lo chiamava sul
deserto dell’ Etna).
Questo dialogo che ti ha spedito é tratto da “CAOS” la raccolta degli articoli
apparsi su “il tempo” fra il ’68 e il ’70. Si intitola “Dialoghetti sul cinema
e sul teatro” ed è ambientato proprio sulle pendici del vulcano, durante le
riprese del film “Porcile”.
Non ti resta che prendere un traghetto da Napoli, dove ora sei, e andare in
Sicilia.
tua Fran –
Controllo meglio la lettera che porta in testa una data e un ora:
17/05/2002/ 13:27
Questo sarà il giorno del mio incontro, questa l’ora.
non mi resta che arrivare sull’ Etna.

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Pordenone 26 giugno 2002

Qualcosa di nuovo è successo oggi. Il sig. Pasolini ha lasciato un messaggio sul proprio sito, dopo un mese di silenzio. Dopo l’incontro avuto con lui sul lato sud del vulcano Etna, sopra Trecastagni, avevo perso le sue tracce e per questo avevo smesso di scrivere . Sono rimasto a Fleri, sopra Catania per qualche settimana in attesa di una sua nuova chiamata che non arriv?. Il mio pensiero é volato oggi a tutto cio’ che mi ha raccontato in quei cinque incontri che sommariamente ho descritto nelle precedenti comunicazioni. Ma non ho ancora capito che cosa il sig. Pasolini realmente vuole da me. Ho avuto anche la netta sensazione che non l’avrei più rivisto. Che prima o poi un telegiornale locale avrebbe riportato la tragica notizia di un uomo senza identità trovato morto da qualche parte. E a quel punto io, unico depositario della parola avrei capito finalmente che questa non era che una richiesta d’aiuto che non sono riuscito a raccogliere. Il sig.Pasolini é vivo e oggi me l’ha dimostrato lasciando un messaggio proprio nel suo sito. http://www.geocities.com/sig_pasolini Le parole che trovate accanto alle sue foto (finalmente potrete capire che non era una mia fantasia; il sig. Pasolini esiste) non portano indicazioni bibliografiche ma sono sicuro sono gia state dette dal poeta. Come del resto quasi tutte quelle che il sig. Pasolini mi ha regalato nelle sue precedenti interviste. E’ attraverso questo sito che l’ho incontrato per la prima volta. Le foto nelle quali lo riconosco di più la 01 e la 05. Le altre mi aiutano a capire chi era il sig. Pasolini prima del nostro incontro.