Da settembre a novembre
Ogni mese un’uscita

CINQUE ALLEGRI RAGAZZI MORTI
LA SERIE COMPLETA
3 volumi + 3 CD
Nelle migliori librerie e fumetterie

L’invenzione più luminosa di Davide Toffolo. Le storie a fumetti che hanno dato origine al gruppo rock Tre allegri ragazzi morti. I cinque ragazzi zombi di Toffolo, impossibilitati a crescere o morire, legati a regole di comportamento come nella tradizione dei fumetti classici, sviluppano la loro saga in una serie di nove avventure. Raccolte integralmente in tre volumi sono il modo migliore per incontrare l’immaginario di un grande autore italiano con le sue storie e la sua musica. Ogni volume infatti, in una bellissima confezione simil DVD, conterrà libro e un cd con le musiche dei Tre allegri ragazzi morti. Insomma, per la prima volta musica e fumetti in un bellissimo oggetto-libro.

INTRODUZIONE AL PROGETTO

Con i romanzi a fumetti “Carnera, la montagna che cammina”, “Pasolini” e “Il re bianco”, e col recente “Très! Fumetti per il teatro”, Davide Toffolo si è affermato come uno degli autori più importanti ed amati d’Italia. Ma Davide Toffolo è conosciuto anche per essere un artista che ha messo assieme due mondi: fumetto e musica. “CINQUE ALLEGRI RAGAZZI MORTI – La serie completa” è occasione unica per vedere il risultato di questo incontro. Tre volumi di 160 pagine l’uno, con uscita mensile a partire da settembre 2008. I libri sono pubblicati dalla Coconino Press, già editrice di altri importanti autori come Daniel Clowes, Carles Burns, Gipi, Igort, David B., Tanigichi, Maruo e di tutti i romanzi a fumetti di Davide Toffolo. Più di 500 tavole disegnate per la Marvel Italia nel periodico Fandango compongono il corpo dell’opera.

LA STORIA

La storia parla di cinque ragazzi: Gianny Boy, Vasco, Sumo, Sleepy e Mario, che tornano in vita dopo la loro morte provocata da Lidia, la strega che vuol controllarli con delle bamboline voodoo. Ma Elisa, una ragazza coinvolta nell’incidente dei cinque e rimasta in coma, diventa il loro “angelo custode” e riesce a dar loro l’autonomia della propria morte, restituendo a ciascuno la propria bambolina. Ma ci sono anche delle regole da rispettare: non interferire nella vita dei vivi, mangiare solo carne umana e non innamorarsi mai. Perché l’amore della morte equivale alla morte.

IL MONDO DI CINQUE ALLEGRI RAGAZZI MORTI

È un mondo crudele e romantico che racconta gli adolescenti ma è anche l’invenzione di un immaginario che da più di dieci anni tiene viva l’attenzione di migliaia di persone. Un omaggio al genere horror, ma con novità nella narrazione e nei temi. Sentimento, avventura, magia e horror trovano una sola comune piattaforma sulla quale incontrarsi per raccontare una novità nel panorama del fumetto. CINQUE ALLEGRI RAGAZZI MORTI è un omaggio di Toffolo ai fumetti di squadra degli anni ’70. Le sue letture di bambino: ALAN FORD, I SUPEREROI MARVEL, LE STORIE HORROR EC COMICS e la novità dei fumetti giapponesi di GO-NAGAI.

L’AMORE E LA MORTE

Sono queste le due chiavi per entrare nel mondo creato da Davide Toffolo attorno alle figure dei Cinque Allegri Ragazzi Morti. Cinque ragazzi (Gianni Boy, Sumo, Vasco, Sleepy, Mario) che, oltre ad una grande amicizia, condividono anche un singolare destino, quello di essere dei morti viventi. Costretti a cibarsi unicamente di carne umana, impossibilitati a creare relazioni amorose, perché l’amore della morte corrisponde alla morte, e sempre on the road, per le strade dell’Italia, alla ricerca di cibo e di un po’ di chiarezza sulla loro nuova vita. L’amore è la causa che porta alla morte dei cinque amici. Dopo uno scherzo del gruppo ai danni di Sumo e di Lidia, la ragazza del quale è innamorato, si trasforma in una violenta vendetta a base di voodoo. Vendetta che finisce per coinvolgere, oltre ai cinque, anche un’altra ragazza, Elisa, che rimarrà in coma e diventerà, grazie alla sua presenza eterica, una sorte di angelo custode dei ragazzi. L’amore e la morte. Costanti delle loro avventure, legate tra di loro da un filo sottile, ma resistente, dove soprattutto la morte finisce per perdere tutti i significati che spesso le attribuiamo e si riduce ad essere momento di una particolare catena alimentare.
Particolarità dell’opera di Davide Toffolo è proprio l’aver costruito attorno a delle premesse abbastanza classiche, da b-movie, una storia dove a prevalere sono i sentimenti forti, di amicizia, che legano i cinque ragazzi anche dopo la morte, e le tematiche adolescenziali che coinvolgono tutte le persone che si trovano a gravitare intorno al piccolo, e in costante evoluzione, mondo dei cinque giovani zombie.

PRIMO VOLUME
Contenuti:

IL LIBRO
Episodi

1 – Party Flambé
Gianny boy ad una festa scolastica, salva da un incendio una ragazza innamorata di lui, Paolina. L’incendio è stato appiccato da un professore tradito da due allievi un po’ troppo intraprendenti. La prima storia di Cinque Allegri Ragazzi Morti è un esplicito omaggio al Zanardi di Andrea Pazienza.

2 – L’autostrada dell’amore
Gianny Boy ha infranto una regola, ha interferito con la vita dei vivi e per questo soffre mentre gli crescono due piccole corna. Nel viaggio in autostrada di ritorno I CINQUE ALLEGRI RAGAZZI MORTI incrociano la storia di due fratelli in viaggio verso un concerto e di un uomo in serie difficoltà economiche.

3 – L’alternativa
Un rocambolesco recupero del corpo di un suicida nella continua ricerca di cibo. Mario scoppia in lacrime mostrando al gruppo la propria difficoltà ad essere un ragazzo morto. Gli viene offerta un’alternativa: stare in attesa sotto qualche decina di centimetri di terra. Ma sopra la sua “tomba” si consuma un altro strano e mortale incontro fra un ragazzo spregiudicato e una ragazza speciale.

Mostri e Normali – Le origini dei ragazzi morti, scritte da Davide Toffolo e disegnate da Spider Jack.

CD – 1 / BEST OF

01 – Il mondo prima
02 – Il principe in bicicletta
03 – Ogni adolescenza
04 – Signorina Primavolta
05 – Voglio
06 – In amore con tutti
07 – Ninnananna per nina
08 – Povero me
09 – Volo sulla mia città
10 – Francesca ha gli anni che ha
11 – Nuova identità
12 – Beat(o)

SECONDO VOLUME
Contenuti:

IL LIBRO
Episodi

4 – La festa dei morti
Mario torna a casa e Sumo gli racconta l’incredibile avventura a Venezia durante la festa dei morti. Che Gianny abbia infranto la regola più pericolosa? Si è veramente innamorato di Paolina?

5 – Il sogno rosso
Mario ha perduto la bambola che controlla i suoi desideri. In uno strano incubo tornano tutti i personaggi fino ad ora incontrati. La bambola rimasta su un campo viene raccolta da una vecchia cagna da caccia che a sua volta la regala ad una bambina.

6 – Le origini
Raccontata da Vasco la storia di come cinque ragazzi diventano zombi delle loro relazioni con lo spirito di Elisa e con la strega Lidia.

CD – 2 / RARITIES

01 – La compagnia dei gatti neri
02 – Frankly, Mr. Shankly
03 – Gennaio
04 – Come dio comanda
05 – La tatuata bella
06 – Giro il mondo (Around the World)
07 – Il mondo prima (provino)
08 – Mio fratellino ha scoperto il rock’n’roll (Live Rock FM)
09 – La festa Buenos Aires (Live Radio Popolare)
10 – Occhi bassi (provino)


TERZO VOLUME

Contenuti:

IL LIBRO
Episodi

7 – Guerre private
Cinque allegri ragazzi morti cercano di rapire Elisa dall’ospedale dove è ricoverata. L’infermiera che la assiste legge appassionata una storia a fumetti ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale.

8 – Il dono
Una ragazzina salva dallo spiaggiamento una branco di balene. Come può? I ragazzi morti si trovano ad una festa dove I fratelli Calìa, cacciatori di demoni, fanno il loro difficile lavoro. Un omaggio a DevilMan di Go- Nagai.

9 – Sotto l’acqua
L’ultima storia della serie, mai pubblicata prima.

Appendice – Portfolio – Illustrazioni.

CD – 3 / MONDO NAIF

01 – Candida l’ottimista
02 – Karaoke
03 – La qualità
04 – Una cosa speciale
05 – 1994
06 – Come mi vuoi
07 – Guerra civile
08 – Hollywood come Roma
09 – 15 anni già
10 – Mai come voi

UFFICIO PROMOZIONE LUNATIK per CINQUE ALLEGRI RAGAZZI MORTI

035.4421177 – [email protected] – www.lunatik.it

Tre volumi + tre CD, nelle migliori librerie e fumetterie.
È ora disponibile il secondo volume, contenente il CD di rarities!

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L’invenzione più luminosa di Davide Toffolo. Le storie a fumetti che hanno dato origine al gruppo rock Tre allegri ragazzi morti. I cinque ragazzi zombi di Toffolo, impossibilitati a crescere o morire, legati a regole di comportamento come nella tradizione dei fumetti classici, sviluppano la loro saga in una serie di nove avventure. Raccolte integralmente in tre volumi sono il modo migliore per incontrare l’immaginario di un grande autore italiano con le sue storie e la sua musica. Ogni volume infatti, in una bellissima confezione simil DVD, conterrà libro e un cd con le musiche dei Tre allegri ragazzi morti. Insomma, per la prima volta musica e fumetti in un bellissimo oggetto-libro.
“C’è stato un tempo che eravamo come voi.
Cinque amici, pronti al futuro che sarà.
Ma qualcosa un giorno cambiò i nostri destini
ed è ora che anche voi sappiate come vivono
Cinque Allegri Ragazzi Morti.
Cinque adolescenti che non cresceranno mai, non moriranno mai.
Zombi, morti viventi, cannibali. Praticamente adolescenti assoluti.
Siete pronti ad ascoltare?”

La tatuata bella

Di Enrico, 28 Maggio 2008

Tre allegri ragazzi morti hanno registrato una nuova canzone per il film “Fuga dal call center“. Si tratta di una canzone tradizionale lombarda (“La canzone del non lavoro”), leggermente attualizzata e interpretata a cappella fino a diventare “La tatuata bella”.

Sabato 7 giugno al Magazzino 47 di Brescia verrà registrata, durante l’esibizione del trio mascherato, la scena del concerto che verrà inserita nel film. Sarà una registrazione live e dovrebbe essere un momento corale, in cui tutti cantano “La tatuata bella” assieme.
Per questo motivo riportiamo il testo e a breve inseriremo la canzone su MySpace.

LA TATUATA BELLA
la tatuata bella al lavoro non ci va
ha messo la camicia ma al lavoro non ci va
quello che vuole è altro
altro da questa vita
a consumar le dita
per gli altri non ci sta
padrone mostra il muso
vediamo come sei
padrone mostra il muso
che lingua parlerai
da dove arriverai a cercar profitto
sta certo che il mio tempo stavolta non l’avrai
e se lavori duro un motivo ci sarà
e se lavori duro un motivo ci sarà
che schiavo del lavoro
che schiavo del lavoro
o solo del pensiero che senza non si può
ti dico che non vengo
a lavorar non vengo
starò con la mia bella sul prato a far l’amor
voglio girare il mondo che il mondo in testa ho
voglio girare il mondo che il mondo in testa ho
e non avrò paura e non avrò paura
padrona mia è la luna e altro io non ho

Le luci della centrale elettrica

Di Enrico, 12 Maggio 2008

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Il 9 maggio è uscito “Canzoni da spiaggia deturpata” il primo e tanto atteso album de Le
luci della centrale elettrica. È stato registrato al Natural HeadQuarter di Ferrara, prodotto
da Giorgio Canali e Max Stirner e pubblicato da La Tempesta Dischi e Infecta Suoni & Affini. È a tutti
gli effetti una delle più belle scoperte di questo 2008. Ve lo consigliamo caldamente, lo
trovate su www.latempesta.org e nei negozi, oltre che ai concerti.
Ecco (1) come Vasco Brondi racconta a RockIt le registrazioni del disco, (2) la recensione
di Enrico Veronese su Blow Up #120 (Le luci della centrale elettrica è in copertina!) e (3) la
piccola intervista di Maurizio Blatto su Rumore #196 (“Canzoni da spiaggia deturpata” è il
disco del mese).
1.
STRUMENTALE // In realtà era settembre ed è stato tutto più facile di com’era dentro di
me. In regia, seduto davanti al mixer, c’era Sambo. Ero andato a prenderlo sotto casa alle
undici meno un quarto di mattina, un orario che di solito non vediamo mai. Nel
parcheggio davanti al Natural HeadQuarter c’era una specie di sole. Giorgio era arrivato col
furgone contemporaneamente a noi. Mi posizionava i microfoni attorno, l’importante era
che fossi comodo che potessi muovermi come volevo. Non preoccuparti. Vai, suona le tue
canzoni come vuoi. Poi ci penseremo. La mia testa era un salvadanaio di preoccupazioni
monetarie, avevo seicento euro di affitti arretrati da pagare e comunque entro due
settimane era meglio se cambiavo casa. Ero abbastanza obbligato, a dirla tutta. E tutte
attorno le mie perplessità nel trasferirmi da te. Ci abbiamo messo qualche giorno, qualche
traccia di voce solo per non sbagliare e per capire dove farle appoggiare quelle parole
martellate dentro. Martellate dentro. Giorgio ci stupiva con la sua dieta mediterranea che
demolirebbe edifici interi ed intere generazioni. E poi i giorni da incastrare per avere lo
studio libero, che non smettevo di ringraziarli, che tutti lavoravano gratis. Fare
volontariato in una centrale elettrica. Giorgio Sambo Manu e lo studio di registrazione.
Anche perché di soldi c’erano solo quelli immaginari da dare alla padrona di casa, tra
l’altro titolare di uno prestigioso studio di avvocati che mi avrebbe fatto estradare. Vedere
che Giorgio le cantava sbracciandosi fuori dalle grate della finestra, verso chi entrava nel
piazzale dello studio, chiunque fosse. E ho percorso chilometri sul pavimento della regia B
che è tre metri per tre, camminando in tutte le direzioni, ascoltando Giorgio e riascoltando
le cose che registravamo. Passando in rassegna tutti gli stati d’animo e dei merli che mi
volavano dentro, che a volte prendevano contro alle pareti dello stomaco.
VOCALE // Poi Sambo aveva altra gente da registrare. Eravamo solo io e Giorgio, nello
studio per le voci che si è costruito in casa di fianco al letto. Ovviamente era arrivato un
discreto raffreddore, a raffreddarmi prima di incidere le voci. Sul tavolo della cucina
trecento bicchieri e dei libri attorno, alcuni li avevo letti. E lui che diceva Sono le due di
pomeriggio si può aprire il vino. Ci mettevamo le cuffie ascoltavamo le parti strumentali e
poi ci sussurravo ci parlavo ci cantavo ci gridavo sopra. Poi diceva sono le sei di
pomeriggio il vino è un po’ peso passiamo alla birra. Poi abbiamo aspettato il fine
settimana per finire perché ovviamente erano cominciati dei lavori in corso nella casa dei
vicini. E di martellate ce n’erano già abbastanza nel disco. Mi stupiva il suo entusiasmo
contagioso, gioiva e inveiva con le braccia alzate per ogni rara apertura in maggiore delle
canzoni. E la sera tornavo nella casa che stavo per lasciare e c’erano le lettere elettroniche
che mi avevi scritto e che leggevo prima di addormentarmi col ventilatore puntato
addosso. Ho venduto il basso su e-bay con l’aiuto di Nicola. L’ha comprato per ottocento
euro un tipo in Grecia, che diciamo che non si è preso una sonora inculata ma quasi.
Ancora dei merli che mi svolazzavano dentro prendendo contro alle pareti del cuore e
cose così.
MISCHIARE E INSCATOLARE // Anche questa volta non c’era neanche una foto, neanche
una di quelle che si viene male, con gli occhi chiusi, meglio. I mixaggi poi li ho fatti con
Manu in studio, sempre al Natural. Avevamo deciso di dividere così i ruoli. Ed ero andato a
pagare gli affitti arretrati e a duplicare le chiavi per consegnargliene un paio e l’altro
tenermelo e continuare ad abitare là finché potevo. C’era il sole tutti i giorni ma da dentro
si vedeva poco. E le canzoni cominciavano già a camminare da sole e a prendere contro ai
passanti. Poi avrei preso al bar una scatola di cartone avrei portato via quasi tutto e sarei
venuto a stare da te. Abbiamo alzato ed abbassato il volume delle chitarre, abbiamo
fumato, avvicinato e allontanato le voci, fumato, lasciato così com’era molta roba e
stravolto qualcos’altro. E alcune canzoni si lasciavano crescere i capelli, altre decidevano di
tenerli corti, arte volevano l’orecchino, altre volevano già il motorino. Poi non ho avuto più
niente da fare per un mese. // Vasco Brondi
2.
Le Luci Della Centrale Elettrica – Canzoni da spiaggia deturpata * CD La
Tempesta/InfectaSuoni&Affini/Venus * 10t-33:54
A pelle. Il contatto con Le Luci Della Centrale Elettrica è stato urticante quale un vaccino,
come mettersi degli occhiali 3D per guardare la realtà con gli infrarossi e gli ultravioletti
di chi arriva alle cose un secondo prima e ne restituisce una verità irriflessa. A coloro i
quali non avessero ascoltato il furibondo e sconvolgente demo dell’anno scorso, “Canzoni
da spiaggia deturpata” appare come un disco ottimamente prodotto, che illumìna i
pesciolini per mano degli opportuni arrangiamenti di Giorgio Canali e della crew del
Natural HeadQuarter Studio (incidentalmente: sempre più in alto), vidimati da un’editrice in
spolvero come La Tempesta. La voce di Vasco “Vlad” Brondi non caracolla più a mitraglia,
ma si mantiene nei registri sapendo avvitarsi solo quando occorre, dal momento che il
tappeto su cui si agita non è più ordito solo dalla propria acustica bensì soccorre l’elettrica
di Canali a dipingere una trama shoegaze che evolve al divenire dei CSI: il resto lo fa la
vertigine della prosa, che ti fa cadere dentro per intero e vivere come se fosse l’ultimo
giorno prima di una nuova vita (Fare i camerieri). “Canzoni da spiaggia deturpata” è un
deserto affollato e montato al contrario come nel negativo di una fotografia, che esorta al
funerale laico per (gli altr)i cd e porta ad abbeverarsi alle pozzanghere degli Anni Zero con
stile che sarebbe piaciuto a Gaber, per quanto differente dagli Uochi Toki ed Eterea della
“Chiave del 20”. Non c’è un brano che prevalga sugli altri se non per l’effimero sentirSI
personale del momento, trattandosi di capitoli dello stesso romanzo anzi dello stesso
blog, cortometraggi interiori nel disagio dei nuovi outsider in cui anche i giochi di parole
si fanno sinistri (“l’esercito del SERT”) e i fatti non appaiono mai più rassegnati di quanto
sono: le piazze sono vuote –le urne saranno piene?- le piazze sono mute e nemmeno io
mi sento troppo bene. “Si fermavano i tram per deridermi” come succedeva al Corvo Joe,
ora che “gli addetti alla fabbricazione del buonumore sono in cassa integrazione”.
Andiamo quindi a vedere Le Luci Della Centrale Elettrica, distribuiamo il verbo fuori dai
licei per sottrarli al monopolio dei Finley, assaltiamo i cieli finché questa non sarà un’altra
città, disegnata magnificamente da Gipi nella copertina: fuori dalla politica politicata,
prima degli 80 si faceva la rivoluzione usando i mezzi della borghesia mercantile,
disorientandola. Probabile disco italiano dell’anno: (8), ma è poco. // Enrico Veronese
3.
– Vasco Brondi – Le luci della centrale elettrica:
“Ho ventiquattro anni, sono nato nel 1984 quando dicono sia morto il cosiddetto punk.
Adesso vivo tra Milano, Ferrara e un paesino sul lago di Garda a seconda di cosa devo o
non devo fare. Ma in generale direi proprio che sono di Ferrara. Ho fatto il barista per sei
anni, da settembre scorso ho smesso di lavorare, con i concerti muoio d’affitto e di fame
più volentieri”.
– Il contorno paesaggistico dei tuoi brani è spesso angosciante. Lo vedi realmente così
“brutto” o è una metafora per i tempi in cui viviamo?
“Io non lo vedo affatto così brutto, ne parlo perché sono i posti in cui succedono le cose, i
posti dove parcheggiare la macchina per scopare. Per me sono stupende le luci della
centrale elettrica, le stelle non si vedono più, hanno rotto i coglioni. È l’ignoranza, il
degrado mentale di chi vede il degrado ovunque (nei nordafricani seduti sui gradini, nei
cani che pisciano, nelle bottiglie per terra) che mi angoscia, non certo una palazzina di
case popolari o un cavalcavia. Non è per niente una metafora, cerco di guardarmi dentro e
attorno e di trascrivere. I tempi in cui viviamo non sono nè meglio nè peggio di quelli che
sono passati o di quelli che arriveranno, possiamo solo cercare individualmente di
costruirceli come li vogliamo”.
– Ne “La gigantesca scritta COOP” urli che “i CCCP non ci sono più”. Ne senti la mancanza?
L’Emilia è sempre paranoica?
“Ne sento la mancanza perché ci sono pochi gruppi che parlano della realtà in cui vivono,
con coraggio e impazienza. Anche nella musica cosiddetta indipendente, dove non si deve
rendere conto di niente a nessuno, mi sembra che le canzoni siano degradate al ruolo di
giochini carini, delle successioni di accordi con aperture ai ritornelli nel migliore dei casi o
dei fastidiosi deliri da segaioli fuori tempo massimo nel peggiore. No, l’Emilia adesso è
pirotecnica”.
– Tra carri armati e lotta armata, sembra trasparire dai testi una certa nostalgia anni
settanta. Ti mancano anni di rischio e impegno maggiore?
“I carri armati di cui parlo sono parcheggiati. La lotta armata è al bar. Non è nostalgia
anche perché non c’ero, è un periodo che m’interessa molto. Ho letto tutto quello che
trovavo e più che i saggi di storia mi hanno folgorato i libri di Sergio Segio, “Fedeli alla
roba” di Bruno Panebarco, i resoconti sul punk italiano e quelli sugli autori di fumetti di
quegli anni. Volevo farmi un’idea globale di questa colossale e spettacolare sconfitta.
Hanno vinto quelli che adesso sono dei sessantenni sovrappeso che non riescono ad
andare in pensione e che una volta che riusciranno ad andarci, se non moriranno di
miseria abbandonati dallo stato per cui hanno sempre tifato, moriranno di depressione da
non-lavoro. Anche questi anni sono abbastanza rischiosi se non ci si abbandona alla
comodità. L’impegno mi manca, non so neanche cosa sia”.

“Farò rifare l’asfalto per quando tornerai”
www.latempesta.org

Tutte le parole!

Di Eltofo, 7 Gennaio 2007

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La seconda rivoluzione sessuale

Di Eltofo, 5 Gennaio 2007

Tre allegri ragazzi morti
La seconda rivoluzione sessuale.

(CD – Da venerdì 9 febbraio 2007 – La Tempesta Dischi/Venus)

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01. Come ti chiami? 02:47
02. Allegria senza fine 03:23
03. Il mondo prima 02:36
04. L’impegno 03:58
05. Lorenzo piedi grandi 03:41
06. In amore con tutti 03:52
07. La sindrome di Bangs 04:10
08. La sorella di mio fratello 04:52
09. La salamandra 02:39
10. La poesia e la merce 03:30
11. Ninnanannapernina 04:22
12. Mio fratellino ha scoperto il rock’n’roll 02:27

*
Scritto da Tre allegri ragazzi morti, tranne Mio fratellino ha scoperto il rock and roll, di Art Brut e tradotta in italiano da Davide Toffolo. Registrato al Green Fog Studio di Genova da Mattia Cominotto nell’estate 2006, editato al Mushroom Studio di Aviano da Enrico Berto nell’autunno 2006, mixato e masterizzato al Natural HeadQuarter di Ferrara da Manuele Fusaroli nell’inverno 2006. Tre allegri ragazzi morti sono Davide Toffolo, Enrico Molteni e Luca Masseroni. Grafica di Alessandro Baronciani, disegni di Davide Toffolo, foto di Fabio Cussigh.
Hanno suonato in questo disco Ruggero Catania, Marcella De Gregoriis, Mattia Cominotto, Fabrizio Sferrazza, Luca Guercio, Enrico Berto, Giorgio Canali, Alessio Ghezzi, Agostino Nascimbeni, Enrico Sist, Manuele Fusaroli, Ana Maroto, Montserrat Roses, Brian Ritchie, Appino, Ufo, Karim QQRU, Flora Michal.
*
La seconda rivoluzione sessuale è il quinto viaggio in studio per Tre allegri ragazzi morti, il modo migliore per festeggiare dieci anni di discografia e quasi mille concerti in giro per lo stivale. Esce a quasi tre anni dal precedente album Il sogno del gorilla bianco. Registrato dentro il nido dei Meganoidi a Genova in un momento particolare di una città importante per la musica italiana (tanti musicisti e gruppi genovesi stanno provando oggi nuove strade), il viaggio è cominciato con una sensazione nuova. Tutto il lavoro La seconda rivoluzione sessuale è sostenuto da un’ispirazione sessuale, già presente nella musica dei Ragazzi morti, ma qui esplicitata non solo dalle liriche poetiche di Davide ma anche e soprattutto dalla musica.
Il rock’n’roll del trio di Pordenone, dopo le esperienze sudamericane, si è colorato di groove più dance, arricchiti da molte collaborazioni che vedono il suono sempre scarno e diretto arricchito dagli ottoni dei Meganoidi, dalle chitarre di Ru Catania degli Africa Unite e di Agostino dei Lombroso, dal rap in francese della cantante Flora Michal, dalla voce di Marcella De Gregoriis. Il disco presenta dodici nuovi brani, undici inediti più una cover alla maniera dei Ragazzi morti, cioè adattata in lingua italiana, di una canzone degli Art Brut, My Little Brother, che è diventata Mio fratellino ha scoperto il rock’n’roll. Una versione costruita sul basso di Brian Ritchie dei Violent Femmes e con i cori e le chitarre dei Zen Circus.
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(Foto di Marcella De Gregoriis, clicca sull’immagine per ingrandirla)

*
Un esorcismo nei confronti dell’esistenza occidentale quello proposto ancora una vota dal trio pordenonese, già dal titolo La seconda rivoluzione sessuale, che non rinuncia neanche questa volta a posizioni forti nei confronti del business musicale, quali l’omissione della faccia dei musicisti sostituita dalla ormai famosa maschera a forma di teschio e dell’indipendenza produttiva grazie all’etichetta La Tempesta, con la quale negli ultimi anni ha dato voce anche ad altri importati artisti come Moltheni e Giorgio Canali.
*
Se ti avvicini al mondo dei Ragazzi morti rischi di innamoratene, rischi di trovare dentro qualcosa che ti appartiene. Sempre lontani dalle mode e dalle messe in scena mediatiche, con una condotta che li ha visti presenti in modo orizzontale sul territorio, sospesi fra musica e fumetto (Davide Toffolo, il leader della band, è anche uno degli autori di fumetti più amati della penisola), il loro modo di affrontare la musica offre sempre qualcosa di sorprendente. I loro dischi sono sempre diversi, sia per le modalità di produzione che per le immagini che offrono, ma restano uniti da uno stesso candore, da una freschezza che li lega alla fase fondamentale dell’esistenza occidentale che è l’adolescenza. Come in ogni disco dei Ragazzi morti le storie e i personaggi raccontati sembrano usciti da una racconto illustrato.
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La figura femminile di questo lavoro è la Salamandra. Non è la timida Occhi bassi, né la disperata sognatrice Francesca, che capisce quello che capisce, e neanche la combattiva Signorina Primavolta. La Salamandra combatte gli spettri della morale corrente prendendo coscienza della propria sessualità in un rapporto con l’acqua e il fuoco. In altre epoche l’avrebbero chiamata strega.
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Il titolo di lavorazione del disco è stato Allegria senza fine che bene allontana il gruppo dalla sensibilità dolorosa di molta scena indie italiana. Il titolo è ora di una canzone che potremo definire enigmistica, dove tutto il testo è una serie di definizioni di un concetto solo, quello che tiene da sempre assieme tre ragazzi di provincia e una schiera di ragazzi morti disseminati per l’Italia. Tre allegri ragazzi morti, appunto. Il disco ha molti colori. Vira anche verso sensazioni che Davide definisce blu, come negli episodi La sorella di mio fratello o Ninnanannapernina, una ninnananna erotica cantata a due voci. Il disco contiene anche un omaggio a tutti giornalisti che in questi anni difficili per la musica italiana strozzata da evidenti dinamiche internazionali hanno continuato a scrivere di rock e ai musicisti che a questo modo di essere hanno dedicato la loro esistenza. La canzone in questione si chiama La sindrome di Bangs. Si, il titolo si riferisce al più popolare dei giornalisti rock: Lester Bangs.
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(Foto di Olivier Cimenti, clicca sull’immagine per ingrandirla)

*
In copertina un cane nero. Per essere precisi si tratta di una cagna nera con la mascherina a teschio, simbolo inequivocabile del gruppo di Pordenone. È un cane nudo messicano disegnato da Davide a tempera. Il nuovo segno dei Ragazzi morti è meno stilizzato, meno volutamente bidimensionale, come la musica del nuovo disco. La grafica della copertina vede ancora i disegni chiave, cioè quelli che hanno ispirato le canzoni, alternati a foto e grafica organizzati elegantemente da Alessandro Baronciani, con il quale Davide ha condiviso una parte del suo percorso.
*
Dieci anni di concerti e cinque dischi hanno trasformato i Ragazzi morti dall’esperienza provinciale delle origini a qualcosa di diverso. La realtà è che sono diventati un culto nel panorama italiano e che nei concerti mostrano a pieno l’emozione prodotta dal loro rock naïf ed emotivo.
*
Il primo video tratto dall’album è stato girato da Matteo Lena a Terni alla fine di gennaio 2007. La canzone prescelta è stata Il mondo prima.

*
01. COME TI CHIAMI? 02:47
come ti chiami?
io mi chiamo…
è il mio piacere
per ora è solamente mio
02. ALLEGRIA SENZA FINE 03:23
provo a raccontare il nome che mi fa pensare
a come il rock & roll comunque si può fare
dico bene, fare
in questo mondo non c’è niente da imparare
uno: il re ha in testa una t
uno: perché è il numero perfetto
uno: come i moschettieri
uno: come i porcellini
due: è un’allegria senza fine
tre: quelli della via pal
tre: bravi come in un film di scorsese
quattro: un anagramma di ritmo
questa è la mia politica
un ritmo a 180 bpm
che muovi il culo e non pensi a niente
ne va della tua forma
ne va della tua libertà
03. IL MONDO PRIMA 02:36
era bello vedere che il verde ritorna e che si svegliano i ghiri
era bello sapere che dopo l’inverno la voglia ritorna anche a te
era bello sapere che solo d’estate come gli insetti sui fiori
era bello vedere i capelli bruciare e cambiare colore
era bello vederti nuotare andare in fondo per poi risalire
era bello star svegli la notte e tutto il giorno dormire
il mondo prima che arrivassi te
era bello cadere d’autunno sopra le foglie come le foglie
era bello sentirti cantare giù per le scale
era bello vederti ballare
era bello, era bello
il mondo prima che arrivassi te
era bello il cielo d’inverno come i tuoi denti
era bello sentire le tue mani fredde cercare qualcosa di me
era bello i tuoi piedi sopra le cosce
un po’ come fossimo in moto
ma distesi sul letto mio fresco
quasi come guidassi tu
il mondo prima che arrivassi te
04. L’IMPEGNO 03:58
anna ha capito che la cosa non si fa
ci ha messo dell’impegno ma stasera non si fa
e non saranno i soldi che le mancano
a ripagar la voglia che le resterà
e puoi provare a sostituirlo con l’alcol
e puoi provare a metterci sopra un vestito
ma quello che è sicuro è che
questa sera, questa sera…
eh, toi, qu’est-ce t’as toi?
mais qu’est-ce qui t’enerve tant chez moi?
j’fais des efforts pour apprecier ton cas
j’crois bien qu’j’me suis trompée
d’soirée là
je sus pour toi
je pus où quoi?
or c’est vrai je sens la vodka
mais toi en face tu pus le rat
j’ai beau essayer j’te blaire pas
dègage, barre-toi
ton hypocrisie me casse les noix
ton sourire niais he démange les deigts
et faut bien dire que tu ne m’aides pas
avec tes airs de pouf soulèe
j’avais bientot plus te supporter
mes nerfs commencent à saturer
c’est officiel… tu fait chier!

ogni posto è una galera
anche il più bello è una galera
ogni corpo è una porta
05. LORENZO PIEDI GRANDI 03:41
qui la vita è lunga
qui la vita aspetta
che brucino le porte
che prenda fuoco l’acqua
che sia di nuovo inverno
e non mi resta tempo
sorella leggerezza
fratello batticuore
metto i piedi in strada
come fosse un fiume in piena
la sponda non mi vede
vado giù a riprendere
le scarpe nuove
lorenzo piedi grandi
cammina bello dritto
lorenzo piedi grandi
non farmi preoccupare
qui la vita segna
l’ho capito solo quando
mi hai cavato un occhio
adesso vedo meglio
06. IN AMORE CON TUTTI 03:52
belli, nuovi
adatti al tempo che cambia
nuovi, sinceri
sperando che mondo non corra
sono solo vittima del mio piacere
è solo questo che potrai vedere
che cosa nascondi in tasca
qualcosa per me?
il segreto qual è?
nuovi, allegri
adatti al tempo che passa
belli, sinceri
sperando che il tempo non cambi
siamo tutti in amore con tutti
il sesso complica
belli, allegri
ragazzi dell’apocalisse
in piedi sul mondo
che crolla e che forse finisce
mi guarda con gli occhi rotondi
l’adolescente cosciente
mi osserva per copiare le mosse
l’adolescente cosciente
siamo tutti in amore con tutti
il sesso libera
07. LA SINDROME DI BANGS 04:10
in prima fila a vedere un concerto
di quello che è l’ultimo re
il re di una musica morta
è quello che visto è te
isterico con stile
praticamente una rock and roll star
il più intelligente del bar
ma se lo tiri fuori
praticamente il più vandalo
isterico con stile
praticamente una rock and roll star
lo sguardo rovescio sul mondo
che da troppo tempo
l’ha perso di vista
sul palco capisco che è bravo
a terra il poeta che è
sul palco capisco che è dio
a terra il poeta che è
isterico con stile
praticamente una rock and roll star
il più funzionale al disegno di un dio
che non vuole responsabilità
disintegrato con stile
praticamente una rock and roll star
più debole di ogni sostanza
più cinico di ogni speranza
fanatico con stile
praticamente una rock and roll star
il mistero più grande è dove ha trovato
le scarpe che lo tengono su
alcolizzato con stile
sicuramente una rock and roll star
posso scrivere senza rimpianti
che in giro comunque di meglio non c’è
autogestito con stile
sicuramente una rock and roll star
isterico con stile
sicuramente una rock and roll star
08. LA SORELLA DI MIO FRATELLO 04:52
la sorella di mio fratello
ha un debole per me
riconosce in me
qualcosa di sé
lo dice spesso
vorrei essere un uomo
vorrei essere libera
di essere come sono
sudano le mie mani
sono una salamandra
e nel fuoco non brucerò
stringimi forte
sarà così domani
09. LA SALAMANDRA 02:39
guarda com’è bella
bella come non ce n’è
bella come un animale
bella come eri bella anche te
e piange sempre la sera
che è quasi una preghiera
piange con gli occhi e si bagna
la scambiano per una cagna
si bagna faccia e la figa
che certo è questa la vita
si bagna la faccia e la figa
non è una ferita la gioia che…
fammi capire se
almeno un’ora vuoi solo me
fammi capire che
almeno un’ora
10. LA POESIA E LA MERCE 03:30
alle montagne non chiedo di dirmi la verità
dirmi quello che ancora non so sull’animale che diventerò
avrete altro da fare
questo certo non lo so
capire quali scarpe abbinare al prossimo impiego
per un ragazzo come me
che vede la poesia nella merce
e che ha la sua speciale morale
per scegliere il prossimo culo da baciare
che cosa fate ancora qui
vestiti da comparse
ci vuole una vacanza più lunga
per capire dov’è arrivata la storia
vi vedo belli ragazzi
belli come non vi ho visti mai
e se si cresce più lenti
se hai già consumato i denti
se una macchina nuova non basta
a levarsi il desiderio dalla scarpa
alle montagne non chiedo di dirmi la verità
dirmi cose che ancora non so
sull’animale che diventerò
arrivano al mio cellulare pronostici sul futuro
ah quale spazio mi hai dato da condividere
un altro amico vuol dire che sono
più nudo e vulnerabile
e sempre allegri bisogna stare
anche se si può solo comperare
la libertà non si compera
ma la possiamo cantare
11. NINNANANNAPERNINA 04:22
ti guardo che dormi e mi basta
ti guardo che dormi e mi basta
ti guardo che ridi, poi balli, poi bevi, poi cadi, poi cresci e mi basta
ninnananna a
ninnananna di
ninnananna per
ninnananna a te
che neanche te ne accorgi
che dormi già da un po’
che non la scriverò
ninnananna a
ninnananna di
ninnananna per
le tue gambe bianche
ninnananna per
il taglio giù nel ventre
che tiene unite le tue voglie alle domande
ninnannana al corpo che ha ragioni superiori
o serve solo a fare la pipì
ninnananna a
ninnananna al
filo della schiena che è come una tela
al filo della schiena che è come una tela
ci hai fatto disegnare un albero
che con i rami dentro le braccia
non vede niente chi ti guarda in faccia
bisogna tu lo voglia
bisogna tu lo faccia
gira su te stessa e perdi i sentimenti
gira gira su te stessa e perdi i sentimenti
apri gli occhi salamandra
sarà cibo per formiche la tua pupilla dilatata
apri gli occhi, apri gli occhi, gli occhi
ti guardo che dormi e mi basta
ti guardo che dormi e mi basta
ti guardo che ridi, poi balli, poi bevi, poi cadi, poi cresci e mi basta
12. MIO FRATELLINO HA SCOPERTO IL ROCK’N’ROLL 02:27
mio fratellino ha scoperto il rock & roll
ha un rumore nella testa ed è fuori control
si, è frustrante immaginare che
si faccia male da sé
è in pista, guarda come fa
guarda come balla
non so dirti dove ma
mio fratellino ha scoperto il rock & roll
ha solo ventidue anni ed è fuori control
secondo te come sta?
con questa noia intorno
è in pista, balla duro
non sta fermo
non so dirti dove ma
mio fratellino ha scoperto il rock & roll
ha solo ventidue anni ed è fuori control
non perde tempo a guardare la musica in tv
mi ha fatto una cassetta con tutti gruppi italiani
perché le canzoni dicono tutte la stessa fottuta cosa?
perché i nostri genitori non si preoccupano per noi?
perché i nostri genitori non hanno paura per noi?
mio fratellino ha scoperto il rock & roll
stai lontano dal crack!
*

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*

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Qualcuno dice che è una cagna…

Di Eltofo, 9 Novembre 2006

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guarda come è bella
bella come non ce n’è
bella come un animale
bella com’ eri bella anche te
E piange sempre la sera
che è quasi una preghiera
piange con gli occhi e si bagna
qualcuno dice che è una cagna
Si bagna la faccia e la figa
che certo è questa la vita
si bagna la faccia e figa
non è una ferita la gioia che…
fammi capire che
almeno un’ ora vuoi solo me
piange sempre la sera
che quasi una preghiera
piange con gli occhi e si bagna
la scambiano per una cagna
invece è una salamandra.

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Qualcuno dice che è una cagna, invece è una salamandra…Un diario nella memoria.
La registrazione del nuovo disco dei Tre Allegri Ragazzi Morti non mi ha dato il tempo di tenere il diario che avrei voluto e per questo oggi, che la registrazione è terminata faccio quello che mi sarebbe piaciuto. Vi racconto come le nuove canzoni sono state fatte, la gente che abbiamo incontrato in questo lungo viaggio cominciato a fine luglio e quasi concluso.
Dico quasi perchè ancora non sappiamo se tutte e tredici le canzoni finiranno nel disco.
A dire il vero ancora non conosciamo il titolo. ALLEGRIA SENZA FINE, il grido che ha sostenuto il disco ha fatto il suo lavoro ma ora che il disco è pronto bisogna guardarlo in faccia e riconoscerlo. Una cosa è sicura. E’ nato un nuovo personaggio femminile . Ogni nostro disco contiene l’ invenzione di un personaggio femminile. “Piccolo intervento a vivo” l’ incontentabile minorenne Alice, “Mostri e normali” la combattente timidissima OCCHI BASSI, L’ autolesionista FRANCESCA per l’ EP, una signorina PRIMAVOLTA per il disco rosso. Il nuovo personaggio femminile è una SALAMANDRA. Qualcosa che ha a che fare con la parte più fisiologica dell’ essere femminile, con la sua ancestrale magia. Avete mai visto davvero una salamndra? Un animale incredibile. Si dice che possa camminare nel fuoco e che abbia poteri taumaturgici. Ma tutto, come sempre, arriva prima nei disegni. Eccola

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Mentre i Tre Allegri sono impegnati a Genova nella conclusione delle registrazioni del nuovo album (l’uscita è prevista per l’inizio del 2007), La Tempesta Dischi sta per distribuire nei negozi, con l’aiuto di Venus, il nuovo, bellissimo disco di Umberto Giardini, in arte Moltheni. Nella sezione dedicata all’etichetta troverete molte informazioni su Toilette memoria, due MP3, il videoclip, una biografia e alcuni link.

Il sottomarino nero e la civetta verde

Di Eltofo, 29 Agosto 2006

La nuova avventura è cominciata. Il sottomarino anarchico dei Tre Allegri Ragazzi Morti e la Civetta Verde dei Meganoidi assieme per fare il nuovo disco. Il suono nascerà a Genova con la complicità di Mattia Cominotto. Green Fog è lo studio dei Meganoidi ma è anche la base del loro COLLETTIVO ARTISTICO. Passano artisti e gruppi, si intrecciano competenze e materali durante i giorni della nostra permanenza. Tutte quello che succede sul blog di Eltofo. Settimana per settimana.

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MIO FRATELLINO…
Mio fratellino ha scoperto il rock & roll
Mio fratellino ha scoperto il rock & roll
Mio fratellino ha scoperto il rock & roll
ha un rumore nella testa ed è fuori control
Si, è frustrante
Dover lasciare che
Si faccia male da se
È in pista
Guarda come fa
Gurda come balla
Non so dirti dove ma
Mio fratellino ha scoperto il rock & roll
Mio fratellino ha scoperto il rock & roll
Mio fratellino ha scoperto il rock & roll
Ha solo ventidue anni ed è fuori control
Secondo te come sta?
Con questa noia intorno
È in pista
Balla duro
Non sta fermo
Non so dirti come ma
Mio fratellino ha scoperto il rock & roll
Mio fratellino ha scoperto il rock & roll
Mio fratellino ha scoperto il rock & roll
Ha solo ventidue anni ed ha perso il controllo
Non perde più tempo a guardare la musica in TV
Ha fatto per me una cassetta con tutti I nuovi gruppi italiani
Perché tutte le canzoni dico tutte le canzoni dicono sempre le stesse fottute cose?
Perché i nostri genitori non hanno paura per noi?
Perché non si preoccupano per noi?
Mio fratellino ha scoperto il rock & roll
Mio fratellino ha scoperto il rock & roll
Mio fratellino ha scoperto il rock & roll
Ha solo ventidue anni ed è fuori control
STAI LONTANO DAL CRACK!!!
(TARMBRUT)
per un’ALLEGRIA SENZA FINE